Ultimamente mi capita di leggere sempre più di frequente qual’è. E’ sbagliato. Anche WordPress mi segnala l’errore con una bella riga rossa. Perché si scrive senza apostrofo? E’ molto semplice: si tratta di una troncatura e, come la grammatica italiana insegna, le parole troncate non richiedono apostrofo. La seconda domanda è più difficile: perché è una troncatura e non un’elisione che notoriamente non richiede l’apostrofo? Si ha una troncatura quando la parola che perde l’ultima lettera viene utilizzata davanti ad una consonante senza la lettera finale. ‘Qual buon vento ti porta’ e non ‘Quale buon vento ti porta’ giusto per fare un esempio. Ultimamente il poco utilizzo di ‘qual’ ha fatto crescere la corrente di chi ne considera arcaico l’utilizzo; la grammatica però non conosce la moda, a me piace definirla una scienza ‘quasi’ esatta. Si evolve certo, cambia, si migliora: ma non per vezzo. In conclusione si scrive qual è. Senza apostrofo.
“Che si scriva un uomo e non un’uomo, un enorme peso e invece un’enorme ingiustizia è una distinzione non fondata sulla fonetica ma sulla schematizzazione dei grammatici. Distinzione artificiale è perciò quella fra “troncamento” e “elisione”, ma una volta che questa distinzione si accetti, ne discende come un corollario ineluttabile che si debba scrivere senza apostrofo tal è, qual è…”. (Bruno Migliorini)
Concludo questa lunga e noiosa disquisizione grammaticale citando due poeti, due scrittori che hanno fatto la storia d’Italia.
Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno Canto I
E qual è quei che volontieri acquista,
e giugne ‘l tempo che perder lo face,
che ‘n tutti suoi pensier piange e s’attrista;
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi ‘ncontro, a poco a poco
mi ripigneva là dove ‘l sol tace.
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, Capitolo XXV
E non sapete voi che il soffrire per la giustizia è il nostro vincere? E se non sapete questo, che cosa predicate? di che siete maestro? qual è la buona nuova che annunziate a’ poveri? Chi pretende da voi che vinciate la forza con la forza? Certo non vi sarà domandato, un giorno, se abbiate saputo fare stare a dovere i potenti; che a questo non vi fu dato né missione, né modo. Ma vi sarà ben domandato se avrete adoprati i mezzi ch’erano in vostra mano per far ciò che v’era prescritto, anche quando avessero la temerità di proibirvelo.
“Che si scriva un uomo e non un’uomo, un enorme peso e invece un’enorme ingiustizia è una distinzione non fondata sulla fonetica ma sulla schematizzazione dei grammatici. Distinzione artificiale è perciò quella fra “troncamento” e “elisione”, ma una volta che questa distinzione si accetti, ne discende come un corollario ineluttabile che si debba scrivere senza apostrofo tal è, qual è…”. (Bruno Migliorini)
Concludo questa lunga e noiosa disquisizione grammaticale citando due poeti, due scrittori che hanno fatto la storia d’Italia.
Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno Canto I
E qual è quei che volontieri acquista,
e giugne ‘l tempo che perder lo face,
che ‘n tutti suoi pensier piange e s’attrista;
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi ‘ncontro, a poco a poco
mi ripigneva là dove ‘l sol tace.
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, Capitolo XXV
E non sapete voi che il soffrire per la giustizia è il nostro vincere? E se non sapete questo, che cosa predicate? di che siete maestro? qual è la buona nuova che annunziate a’ poveri? Chi pretende da voi che vinciate la forza con la forza? Certo non vi sarà domandato, un giorno, se abbiate saputo fare stare a dovere i potenti; che a questo non vi fu dato né missione, né modo. Ma vi sarà ben domandato se avrete adoprati i mezzi ch’erano in vostra mano per far ciò che v’era prescritto, anche quando avessero la temerità di proibirvelo.
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