Potenza, capoluogo della Basilicata, dovrebbe apparire come una città fantastica, piena di luce e speranze, è il suo stesso nome ad evocare quest’immagine; non dimentichiamo infatti che Potenza è il capoluogo regionale della Leukania, della Terra della Luce ma, ultimamente, di luce in questa terra se ne vede davvero poca. È stato approvato da poco il nuovo Regolamento Urbanistico, i “grandi” della politica lo definiscono il mezzo che donerà splendore a questa ridente città che per troppo tempo è rimasta ferma su se stessa. Uno strumento con cui il sindaco e la sua amministrazione credono di rimettere in sesto la città, donando aria alle sue contrade e alle sue strade e restituendo la democrazia alla cittadinanza. Eppure nessuno ci crede. Possono darci tutte le rassicurazioni possibili ed immaginabili, possono prometterci parchi verdi a iosa, opere fantastiche, ma noi veri potentini non ci crediamo. Quel che appare evidente facendosi un giro per la città è che questa non ci appartiene. Altro che partecipazione democratica. Questa è una città costruita per i politici e dai politici. Qualcuno, affettuosamente forse, ha ribattezzato Potenza con il nome “Cantieropoli” perché di cantieri aperti in giro ce ne sono tanti, forse un po’ troppi. Il nodo complesso del Gallitello, Serpentone, la piazza a Poggio tre Galli, Sant’Anna e chi più ne ha, più ne metta. A leggere la stampa locale ogni giorno esce fuori un’apertura di un nuovo cantiere e per di più ogni giorno vediamo crescere con naturalezza aberrante lo strato di cemento che ci circonda. Questa è la città che vogliono offrirci, davvero la vogliamo?
L'approvazione del Regolamento Urbanistico nella città di Potenza deve far meditare sugli errori del passato, dove il cemento ha sommerso ogni cosa.....
L'approvazione del Regolamento Urbanistico nella città di Potenza deve far meditare sugli errori del passato, dove il cemento ha sommerso ogni cosa.....
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