E’ stata scoperta la culla delle velenosissime meduse irukandji (il nome scientifico è carukia barnesi): si trova in Australia, nel Queensland. Da tempo questi animali infestano le acque australiane e come si può capire dai cartelli presenti sulle spiagge la convivenza non è delle più serene. Le meduse arrivano a ondate e sono praticamente invisibili all’occhio del bagnante: possono infatti raggiungere al massimo i 3 cm. Da ottobre ad oggi hanno colpito 38 persone. L’ultimo domenica scorsa, un bambino.
Le meduse irukandji sono più piccole di un fiammifero; i «giganti» della specie possono raggiungere al massimo i 2,5/3 centimetri ma del veleno che iniettano con ogni parte del loro minuscolo corpo non esiste ancora l’antidoto. L’unica speranza è data da questa scoperta, rivelata dal giornale The Australian. Conoscendo infatti il luogo di riproduzione delle creature si può in qualche modo arginare il fenomeno: almeno si può studiare il veleno.
Non bastavano gli squali a rendere pericolosi i mari australiani, ora ci si mettono anche le meduse. Se per gli squali sono state erette delle reti a protezioni dei bagnanti, per le meduse il problema è più complesso. Infilandosi dappertutto solo un muro le fermerebbe.
Le meduse irukandji sono più piccole di un fiammifero; i «giganti» della specie possono raggiungere al massimo i 2,5/3 centimetri ma del veleno che iniettano con ogni parte del loro minuscolo corpo non esiste ancora l’antidoto. L’unica speranza è data da questa scoperta, rivelata dal giornale The Australian. Conoscendo infatti il luogo di riproduzione delle creature si può in qualche modo arginare il fenomeno: almeno si può studiare il veleno.
Non bastavano gli squali a rendere pericolosi i mari australiani, ora ci si mettono anche le meduse. Se per gli squali sono state erette delle reti a protezioni dei bagnanti, per le meduse il problema è più complesso. Infilandosi dappertutto solo un muro le fermerebbe.
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