Un post dal passato: siamo nel centro storico di Genova, una vecchina si aggira sperduta chiedendo indicazioni su come raggiungere vico Librai, ma nessuno sembra poterla aiutare. I “caruggi” della città sono un groviglio di vie e vicoli stretti ed in più, in questo caso esiste un problema: la via che cerca l’anziana signora non esiste più dalla seconda guerra mondiale; momento in cui è stata bombardata la zona nella quale si trovava. Si tratta del quartiere di Portoria, danneggiato gravemente dalla guerra per essere,poi ricostruito completamente negli anni 60/70 con un nuovo volto. Ella cerca la sua casa e il vicolo chiedendo ai passanti.
Un fantasma dunque. Sembra apparire intorno alla fine dell’anno, alcuni dicono ogni cinque anni. Le testimonianze sono più d’una. La prima volta nel 1989, l’ultima nel 1997. Teatro delle apparizioni il centro storico nel quartiere in cui prima sorgeva la via; sembra che sia apparsa lo stesso giorno a più persone: una signora racconta di essersi fermata vicino ad un’anziana signora che sembrava chiedere l’elemosina (forse per gli abiti “fuori moda”), quando invece scopre che voleva solo parlare .La vecchina chiede come raggiungere via dei Librai, mentre la passante si accinge a rispondere,una amica le domanda perché stesse parlando da sola. La donna dice di essersi voltata e di non aver più visto l’anziana signora, meravigliandosi di non vedere orme sulla neve di quel giorno.
Sembra che proprio dopo quell’incontro, la vecchina si sia rifugiata in un bar per un latte caldo e lì abbia lasciato testimonianze ben più tangibili come un borsellino e delle monete. Le monete sono coniate nel 1940,il borsellino contiene anche un’immagine sacra e una chiave. La cameriera del bar, testimone del fatto, dice di essere corsa dietro alla signora per ridarle i suoi averi e di non essere riuscita più a scorgerla. Insieme alla ragazza anche un’altra lavorante del locale dice di aver visto l’anziana signora.
Altro episodio riguarda un mendicante che ha ricevuto come elemosina una banconota da cento lire coniata nel 1940, da una vecchina poi sparita nel nulla e che corrispondeva perfettamente alle altre descrizioni. Sembra perfino essersi verificato l’incontro con un suo discendente, molto spaventato dall’accaduto e ancora, una ragazza, afferma di averla aiutata a portare le borse della spesa per poi vederla svanire nel nulla.
I testimoni parlano di un accento strano, un vecchio dialetto genovese poco conosciuto oramai, abiti di foggia sorpassata, un vestito nero e tutti la ricordano confusa e disorientata. Esiste addirittura chi dice di poterle dare un nome: Maria Benedetti, riconoscendola in un’anziana mendicante che scomparve improvvisamente proprio sotto i bombardamenti di quegli anni.
La strana storia pone al centro via dei Librai, una viuzza con tre porte di abitazione dalla quale si accedeva alla piazzetta dei librai. Il suo nome è a testimonianza della vecchia struttura di Genova, quando chiusa fra le mura, per ogni contrada, le diverse arti, praticate all’interno della città, davano il nome al quartiere e alle vie in cui venivano esercitate. Un ricordo di una Genova che non esiste più, ormai.
Si può credere all’esistenza del fantasma, inquieto che cerca disperatamente la sua casa, che vuole solo fare paura. Si può credere che l’immaginario collettivo abbia portato avanti e modificato di volta in volta, una storia sentita anni prima per ricordare quel brutto periodo che non c’è più.
Frutto di allucinazioni o inesistenti, prodotto della mente, i fantasmi fanno parte della cultura. La storia del fantasma di vico dei Librai è, anche, un modo di testimoniare gli orrori della seconda guerra mondiale, per non dimenticare il passato e i suoi accadimenti.
Eccovi ora il video inchiesta di verissimo:
Un fantasma dunque. Sembra apparire intorno alla fine dell’anno, alcuni dicono ogni cinque anni. Le testimonianze sono più d’una. La prima volta nel 1989, l’ultima nel 1997. Teatro delle apparizioni il centro storico nel quartiere in cui prima sorgeva la via; sembra che sia apparsa lo stesso giorno a più persone: una signora racconta di essersi fermata vicino ad un’anziana signora che sembrava chiedere l’elemosina (forse per gli abiti “fuori moda”), quando invece scopre che voleva solo parlare .La vecchina chiede come raggiungere via dei Librai, mentre la passante si accinge a rispondere,una amica le domanda perché stesse parlando da sola. La donna dice di essersi voltata e di non aver più visto l’anziana signora, meravigliandosi di non vedere orme sulla neve di quel giorno.
Sembra che proprio dopo quell’incontro, la vecchina si sia rifugiata in un bar per un latte caldo e lì abbia lasciato testimonianze ben più tangibili come un borsellino e delle monete. Le monete sono coniate nel 1940,il borsellino contiene anche un’immagine sacra e una chiave. La cameriera del bar, testimone del fatto, dice di essere corsa dietro alla signora per ridarle i suoi averi e di non essere riuscita più a scorgerla. Insieme alla ragazza anche un’altra lavorante del locale dice di aver visto l’anziana signora.
Altro episodio riguarda un mendicante che ha ricevuto come elemosina una banconota da cento lire coniata nel 1940, da una vecchina poi sparita nel nulla e che corrispondeva perfettamente alle altre descrizioni. Sembra perfino essersi verificato l’incontro con un suo discendente, molto spaventato dall’accaduto e ancora, una ragazza, afferma di averla aiutata a portare le borse della spesa per poi vederla svanire nel nulla.
I testimoni parlano di un accento strano, un vecchio dialetto genovese poco conosciuto oramai, abiti di foggia sorpassata, un vestito nero e tutti la ricordano confusa e disorientata. Esiste addirittura chi dice di poterle dare un nome: Maria Benedetti, riconoscendola in un’anziana mendicante che scomparve improvvisamente proprio sotto i bombardamenti di quegli anni.
La strana storia pone al centro via dei Librai, una viuzza con tre porte di abitazione dalla quale si accedeva alla piazzetta dei librai. Il suo nome è a testimonianza della vecchia struttura di Genova, quando chiusa fra le mura, per ogni contrada, le diverse arti, praticate all’interno della città, davano il nome al quartiere e alle vie in cui venivano esercitate. Un ricordo di una Genova che non esiste più, ormai.
Si può credere all’esistenza del fantasma, inquieto che cerca disperatamente la sua casa, che vuole solo fare paura. Si può credere che l’immaginario collettivo abbia portato avanti e modificato di volta in volta, una storia sentita anni prima per ricordare quel brutto periodo che non c’è più.
Frutto di allucinazioni o inesistenti, prodotto della mente, i fantasmi fanno parte della cultura. La storia del fantasma di vico dei Librai è, anche, un modo di testimoniare gli orrori della seconda guerra mondiale, per non dimenticare il passato e i suoi accadimenti.
Eccovi ora il video inchiesta di verissimo:
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