Libri: Maledetti colleghi il lavoro fa schifo

"Basta con le riunioni inutili, dover lottare contro il traffico per arrivare in ufficio alle nove o magari elemosinare un permesso per andare a vedere la partita con tuo figlio. Si può lavorare al parco, al bar, a casa. A mezzanotte, alle tre del mattino o di domenica. Sempre e dovunque, a patto che il lavoratore rispetti gli obiettivi aziendali" scriveva tempo fa il Time.

Ora, appena arrivati dagli Usa, un libro di due donne che promuovono un modo innovativo di lavorare e un romanzo satirico più vero di una cronaca, cercano di dimostrare come tutto questo sia possibile. Cali Ressler e Jody Thompson dichiarano sin dal titolo che oggi 'Il lavoro fa schifo' (Elliot, pp. 220 - 14,00 euro) e Ed Park ce lo dimostra con un racconto tragicomico semplicemente intitolato 'Maledetti colleghi' (Fazi, pp. 302 - 18,00 euro).

"Jenny dice di aver sentito Testa di cavolo (ovvero il grande capo Russell, da cui Brussels e cavoletto di Brussel) che singhiozzava, con la porta dell'ufficio socchiusa. Jonah l'ha accusata di voler umanizzare il nemico. 'Forse rideva', dice Laars, ma sappiamo tutti che la risata di Testa di cavolo non assomiglia a un pianto. Ricorda piuttosto un ululato". Siamo in un'azienda a Manhattan in cui gli impiegati consumano le proprie giornate col terrore di perdere il posto. Se il capo ti chiama e ti elogia, sicuro che dopo poco tempo sarai licenziato.

I 'californiani' stanno per acquisire la maggioranza azionaria e inizia a corre voce che si verrà mandati via a seconda delle iniziali del nome, visto che i primi cominciavano con la J e ora è toccato a un K. E' questo il clima del romanzo di Parker, grottesco ritratto di persone disumanizzate, timorose di tutto e di tutti, col capo che legge Il Principe di Machiavelli e i sottoposti i sottoposti che ne inventano una ogni giorno per sopravvivere, come Crease che cambia sempre posto per rendersi praticamente introvabile, o per non pensare, come Laars che sul Web ricerca i propri amori passati. Uno spietato ritratto della nuova America, quella della depressione dopo la New Economy. In questa situazione, la Ressler e la Thompson si chiedono cosa accadrebbe se l'azienda richiedesse a ognuno solo di raggiungere certi risultati, lasciando all'impiegato la libertà di decidere come e quando lavorare per raggiungere quegli obiettivi. I metodo che con la loro società di consulenza Rowe stanno cercando di far mettere in pratica prevede che le aziende paghino i dipendenti in base al lavoro svolto e non al tempo impiegato.

Insomma una nuova forma di cottimo, ma che, se la retribuzione è onesta, dovrebbe permettere, sempre secondo le ideatrici, agli individui di vivere liberamente i propri impegni, di poter dedicarsi quando serve alla famiglia, di stare meno tempo nel traffico e di lavorare con meno stress. Bisognerebbe chiedere a Ed Park cosa ne pensano i suoi impiegati e come farebbero se, per esempio, sono ansiosi e hanno pronto il proprio Discorso in Ascensore, che si esercitano a fare davanti a uno specchio, visto che non bisogna sprecare l'occasione di mettersi in buona luce se ci si trova chiusi con la persona giusta. E' una delle cose che si trovano nello zibaldone di citazioni da manuali vari creato da Jill, una dei primi licenziati, e che diviene noto tra i colleghi come Jilliad.



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